A quel diavolo...


T’incontro in me stesso
più lesto che sesso
mi fai scomparire
ogni volta il tuo male.


Mi penso un possesso
mi sento te addosso
rimango un po’ affranto
mi dici che posso...


Ti guardo e sorridi,
mi guardo e scompari,
riappari festante
se non faccio niente.


Mi incanti per gioco
mi fai divertire
mi dici: che male
se tu vuoi sognare?


Intanto divengo
da te travestito,
lo sguardo,il mio cuore,
la mente e l’udito.


Ma intanto la vita
a te relegata
mi dice che un Altro
me l’ha regalata.


Ripassi e riprendi
le cose a cui penso
mi riempi di tanto
ma mai d’ogni senso.


Rimane la sete
d’un vero sorriso
che cerca la fonte
più in là del tuo dito.


Ricado tuo schiavo
più spesso che mai,
ma sento il respiro
e vedo che vai...


...Mi chiedo se adesso
con queste parole
ti dico:ci sei,
ma c’è anche il Signore.

Bibbia


Nell’orma del Padre
camminando
nell’essere figlio.

Bimbo sulla piazza


Cammina
e barcolla
afferrandosi a terra
le mani ricercan qualcosa per sé.
 

Osserva la mamma
lei intanto discorre
di fronte all’amica del tempo che fa.

Rincorre
i piccioni
ridendo contento
poi cade e la terra l’accoglie su sé.

E sente
la mamma
che accorre sgridando
parole incomprese, ma il pianto già
c’è.

Si stringe
alla gamba
nasconde il suo volto
lo culla la mamma, si calma ora lui.

Ritorna
alla piazza
che accoglie la sfida
la grande avventura
riparte di già.

Buio

Lo sguardo che
annaspa
in cerca d’appiglio
non trova che me
e l’emozione di figlio.
 


Cimitero

Silenzio
turbato da quel chiacchierìo
che molto ha di nostro e che poco ha di Dio.

Si scambia
con l’altro una qualche parola
preghiera che sale, discorso che vola.

Ripongono
i fiori le donne e i bambini
ricordano i nonni, gli amici e i vicini.

Riguardan
le tombe addossate al sentiero
ripensan le cose vestite di nero.

Sbiadita
è la foto del vecchio parente;
di lui resta poco, un vago o più niente.
Ripeton
la prece ogni volta alla tomba
si tiene per mano la mamma la bimba.

Salutan
dal fondo i cari scomparsi
riguardano là, a quei ceri riarsi.

Uscendo
e tornando da quel cimitero
riportan nel mondo il valore più vero.

Si scambian
la vita e la morte il saluto;
chi resta ormai tace, chi parte ha veduto.

Clown

Seduto lì triste ed assorto
fissando e sognando
là intorno
quel circo che il mondo
gli porta
ed è ancora lontano da lui...

Vorrebbe portare la gioia
giocando nel fondo di sé
profondo
ma grigio è ora il suo sguardo
i colori non sono più il clown.


Il circo del mondo
lo gioca
e lo rende più triste che mai
il mondo del circo
non vale se triste anche ora tu sei.

Si asciuga
il pianto che scende
chissà che direbbe la gente
se adesso apparisse così!

Si guarda le mani ormai stanche
Si osserva le dita un po’ tinte
del triste suo volto che adesso
è più fuori che dentro di lui.
 
Riprende di nuovo la scena
ritorna la stessa domanda
ma il dubbio diventa una danza
sorride ora il cuore del clown.

Contemplazione

Grande l’opera delle tue mani
potente l’azione delle tue parole
ma infinita è la creazione che trabocca dal tuo silenzio
o Dio.

Coro d'angeli

La dolce armonia

d’inverno cosparsa

richiama il Natale

del dolce Gesù.

Un coro nascosto

risento lontano

che adesso io avverto

più dentro di me... Ascolta, ascolta.

Son angeli intorno

che adesso m’invitan

a porre attenzione

a quello che c’è... Guarda, guarda...

E’ l’ora del canto

l’avvento del Santo

in questo momento

vicino si fa... Accogli, accogli...

Il canto mi prende

mi incanto a sognare

il sogno è reale

arriva Gesù... Eccolo, eccolo...

Il cuore domanda

dov’è la presenza

risponde coscienza

in quel che tu sei... Nasce, nasce...

Rinasce il bambino

rivedi il destino

risenti il vagito

che lieto ti fa... È nato, è nato...

Il coro degli angeli

invita alla festa

si rende più lesta

la lieta armonia... Gloria, gloria...

Crocifissione

Salendo la croce

discende il mistero

nascosto in un uomo

che ha poco di intero...

Confuso e contuso

sudante di sangue

procede un istante

poi cade il rampante...

L’affanno e il sospiro

s’accostano al seno

il capo ormai chino

non vede alcun segno...

Percosso e sputato

già giace il reietto,

la croce il suo giogo,

la tomba il suo letto...

La morte squarciando

le ultime grida

assale vincendo

e pare che rida...

Ormai quel silenzio

non fa che attestare

la fine di un folle

venuto a salvare...

Lo sguardo curioso

non può più vedere

il grande mistero

che sta per donare...

Soltanto il dolore

affidato all’amore

riscopre la vita

che emerge immortale...

Quel morto inchiodato

s’è fatto reietto

perché il mio peccato

infrangesse di petto...

Ed ora anche un canto

rinasce nel cuore

non son io che canto

è Lui, il mio Signore.

Decisione

L’adesso è la chiave

che apre

al tuo Dio.

Dio Padre

Se penso all’immenso

che dietro al tuo nome

mi appare alla mente

non so più che dire.

Mi insegni il saluto

che già è conosciuto

mi insegni a chiamarti

e a pregarti così.

In queste parole

riaffiora un amore

che mai avrei pensato

giungesse fin qui.

Ti prego e mi accorgo

che tanti fratelli

s’accostano a me

rispondendo al richiamo.

Riscopro che quelli

son tanti fratelli

che parlo a tuo nome

e che parlan di te.

Risento il saluto

più intenso e più unito

viviamo in famiglia

animati da te.

Sei Padre e sei Madre

sei più di ogni figlio

il saluto è un appiglio

per parlare con te.

Padre: sei un mistero

che accogli nel tuo seno

del tuo essere

Te.

Emozioni

Cinguettando

Volteggiando

Rallegrando

Ti richiamano alla vita

Se le sai bene ascoltare.

Cinguettando

Volteggiando

Rallegrando

Ti risucchiano nel vortice

Se le lasci soltanto volare.

Era l'ora nona

Era l’ora nona...

Quando il cielo si intinse nel nero

E ogni cosa scomparve davvero

Nel mantello di un cupo peccato...

Era l’ora nona...

Quando il triste e sublime peccato

Fu pagato da un grande innocente

Che impotente da Dio s’era reso

Su una croce era poi stato steso...

Era l’ora nona...

Quando tese le membra straziate

Gridò a Dio di ora averle lasciate

Nelle mani di un uomo perdente

Che di Dio non aveva più niente

Tranne il fatto di un caso morente...

Era l’ora nona...

Quando Dio che si fece silenzio

Lanciò un grido più forte che mai

Ascoltando se stesso morire

Sotto il peso di un corpo mortale

Che schiacciato da un pesante peccato

Emanava anche l’ultimo fiato.

Era l’ora nona...

Nel respiro gettato alla mamma

Diede il pegno per ogni condanna

Trasformando quel triste momento

In un nuovo regalo d’avvento

Di profonda presenza d’amore

Di risorta meraviglia del cuore

Da riaccogliere in tutte le ore.

Era l’ora nona.

Gesù il Cristo

Mi fissano occhi d’amore

Un fremito avviene nel cuore

È come una forza potente

Trovarsi di fronte un mistero

Vicino ma fin troppo vero

Per essere accolto in profondo

Per dare l’assenso a una vita

Che par troppo presto fiorita

E che certo mi fa meraviglia

E mi pone il sospetto dell’io:

quell’uomo può essere Dio?

Ti incontro fin dentro la mente

Laddove non c’è più la gente

Imparo da te una coscienza

Che appar valer più d’ogni scienza

Mi doni qui dentro una fiamma

Che brucia ogni moda che inganna

Se scappo mi sento perduto

Se torno mi sento salvato.

Accogliere te in quell’istante

Mi chiede d’amar quest’amante

Che in fondo son proprio me stesso

Più vivo, con te adesso appresso.

Per me è ancor troppo rischioso

Accettarti con me e più non oso

E rimani alla porta dell’io

Mi proponi di essere in Dio.

Troppo grande è la fede

La mia mente ancor non vede

Che non è più questione

Di aver ora una ragione.

Tu mi fissi e c’è l’invito

Di accogliere ora un uomo

Che propone di donare

Sé a me stesso per amore.

La proposta ora continua

Io mi chiedo poi se vale

Ed intanto qui nel cuore

Ora vive il mio Signore.

Tu già parli nel buio

Tu mi doni la parola

Tu richiari ogni mia attesa

Tu rinasci proprio in quest’ora.

Ora s’accresce l’amore

E si sente presente

La mia gioia è il Signore

E il mio io è più potente.

Grazie

Sentirsi contenti

Dell’altro che c’è

È il grazie più bello

Che sgorga da te.

Il cristiano

Alla domanda:

Quando sei sicuro di credere?

Lui risponde:

Domani.

Il gioco

Da sempre mi appare che il gioco è

una festa

continua e inserita nel vivo di me.

Mi sento sereno

Nel tanto

Nel poco

Nel nulla

Nel gioco

Così

Come a me non più pare

Così come

Avvien d’occasione per me

Così come è.

Così

Ora vedo la mia fantasia

Non dico che è vera

Non dico che è mia

Ma vedo che il gioco

Mi rende una festa

Col fatto che esca

Ed è più grande di me.

Non so se per gioco

Riscopro

II mio nulla

che l’eco mi annulla ...la ...la. ..la, la, la.

Il peccato

Il peccato è la pupilla

dell’occhio di Dio:

più ti fissi per considerarla,

più scompare

e ti viene incontro

il mistero di Colui che

sta dietro di essa.

Il sole

Raggi, raggi...

Che come un solletico

Scrollano mestizia e apatia...

Sole, sole...

Che come invocazione

Richiama te all’invito sulla via...

Luce, luce...

Che come ad un risveglio

Rianima ogni cosa, anche quella che va

via...

Calore, calore...

Che come nel mio cuore

È fiamma della vita del creato attorno a

me...

Colore, colore...

Che come da un artista

Proviene ma non vedi in lui apparire...

Sole, sole,

che stella delle stelle

cerchiamo ed attendiamo ogni giorno

accanto a noi,

illumina

quei raggi

che ci riportano a te!

Incomprensione

La scia dell’angoscia

Mi rende lontano lontano,

e più tendo la mano a cercare

più sfugge la sete d’amore...

Tentando ma invano

Comprendo

Che il salto d’un cuore

È tremendo

È frutto di grande passione

È via di profonda ragione.

Risento

Che non ci ascoltiamo

Che soffro e che soffri

Ma amiamo...

E il palpito, più genuino,

mi rende ora quasi un bambino

che il volto si tinge di rosso

e l’amore si sente più addosso.

Se triste pur sempre è la sera,

stasera mi appare più vera.

Inverno

Le foglie col vento

Si fanno una danza

Arriva l’inverno

Mi invita alla festa... frrr...

Il freddo e la brina

Si giocano il giorno

Il sole rimane

Più pallido e stanco... frrr...

Si mette la sera

Più presto il mantello

Col buio che pesta

E che spegne ogni raggio... frrr...

Poi gioia sorride

Da sotto la neve

E rende più calmo

II sospiro del cuore... frrr...

Rifugio gradito

È il tuo casolare

In esso riemerge

Più dolce il parlare... frrr...

Il vetro appannato

Nasconde l’intorno

Chissà chi sta fuori

Che freddo che ha dentro... frrr...

La sciarpa nasconde

Anche i baffi al signore

Si osservano gli occhi

Si vede il tremore... frrr...

In casa il vapore

Annuncia la cena

Sapore d’inverno

Poltrona poi spera... frrr...

Ti siedi che è pronto

Riscaldati un poco

Che freddo e che inverno!

Facciamo un po’ fuoco... frrr...

Vicino al camino

Ripensi a quel freddo

Al brivido prima

A adesso anche al letto... frrr...

Speriam che domani

Si scaldi un po’ il tempo

E che passi un po’ svelto

‘sto ‘frrr’ dell’inverno... frrr...

L'Amore

Il passo dell’Eterno

M’illumina il cielo.

La via che conduce

Siam lì sulla via che conduce

E stiamo a discorrer la sera

Siam lì sulla via della croce

E facciamo la nostra preghiera.

Intendiamo le nostre parole

Che ci attardano sulla via

Che ci condurrebbe altrove

Verso là nessuno si muove.

Siamo lì e non sentiamo la voce

Che laggiù ci vien da quella croce

Che a passare più oltre ci invita

A non viver lì stanca quella vita.

Siamo stanchi e pieni di affanni

Ma restiamo ormai fermi da anni

Non osiamo più fare alcun passo

Ed intanto diveniamo un ammasso.

E laggiù sulla via che conduce

Quella croce che non si riduce

Ma riappare ogni volta più forte

A rivincer l’attesa di morte.

Sulla strada qualcuno si muove

È il richiamo che accoglie nel cuore

Per cercare e scoprire là in fondo

Cosa c’è che non c’è qui nel mondo.

Lei

Il sole mi dai

Mi vedo più in te

E sgorga da me

L’attesa di ciò che sei.

Trasformi il sereno

Lo rendi sincero

Mi ascolto più spesso

In quello che sei.

Risento il mio io

Aperto d’incanto

Sei tu che sgorgando

Disseti l’amor.

Sorrido e contemplo

In me quel tuo sguardo

Ti vivo vicina

Più spesso che mai.

E quello che sono

Col cuore gioioso

È bene prezioso

che ancora mi dai.

Svanisce il ricordo

Risento l’attesa

Profonda è l’intesa

Più intensa che mai.

Ricordo la voce

Rivive il silenzio

Che sempre più spesso

Avviene tra noi.

Io vivo d’amore

Di quel che il tuo cuore

In un giorno inatteso

In me pose a fiorir.

Il fiore è il destino

II profumo è il silenzio

Adesso che intendo

II mistero da te.

E tu mi ritorni

Ogni volta appagando

La vita che ha sete

Ancor sempre di te.

Ti osservo e sorrido

È il mio paradiso

È l’esser contento

Di viver di te.

L'io

L’incontro più bello

E quando io

Ritrovo

Me stesso

E mi sento dire

Che non siamo solo noi.

Luna

Tu

Che m’accompagni

Nella veglia della sera

Che stai silenziosa

Ad attendere paziente il mio sguardo

Che si perde nelle luci delle notti della gioia

Che rinasci inaspettata

Tra le fronde delle nubi

Quando ormai io ti davo abbandonata

Nell’inconscio richiamo delle stelle

Che rimani anche quando io vado

E dai luce dove per me si fa notte

E sei ferma quando io fuggo

Che mi richiami l’amore

Quand’esso non è più

Che risplendi serena

Tu,luna,

tu sei,

tu.

Madonna col Bambino

Si stringe il bambino

Al collo di lei

Mentr’ella lo culla

Più dolce che mai.

Si infrange la nenia

Scontrando il vagito

D’un bimbo inquieto

E anche un po’ coccolato.

Si posa la mano

Sul capo del bimbo

E quello si calma

Per qualche momento.

Si sente la brezza

Del canto sereno

Che con le carezze

Addormenta sul seno.

Si muove il piccino

Che pare un pulcino

La mamma sorride

E riprende a cantare.

Si vede una mamma

Che non si distingue

E un bimbo che in grembo

Si tengono in tante.

Si vede una mamma

Sentiamo un bambino

Che c’è in tutto questo

Di tanto divino?

Si vede e si sente

Poniamo la mente

Ma solo la fede

Da luce a chi crede.

Si inizia a vedere

La madre che è figlia

II figlio che è grande

Perché è il vero amante.

La madre è sua sposa

Sul bimbo riposa

Sul segno d’un Dio

Che l’ha resa amorosa.

Il figlio e la madre

Si scambiano in pegno

L’amor di quel Dio

Che in lor si fa segno.

Appare il divino

Nascosto e presente

Che solo chi ha fede

Accoglie profondamente.

Mamma

Sento il respiro più chiaro che mai

Quando presente e vicina a me sei.

Senza parole esprimi il tuo amore

Nei piccoli segni che effonde il tuo cuore.

Dal tuo silenzio e dalla preghiera

Porti il pensiero per me ad ogni sera.

Pure lontana e senza apparenza

Tu ti avvicini e mi rechi assistenza.

Senza il mio grazie, portando il dolore

Tu speri sempre e offri tutto al Signore.

Mare

Lascia, lascia

Che l’onda del mare ti accosti all’immenso

Parlare del cuore.

Lascia, lascia

Ascolta, ascolta

In quella conchiglia

Infrangersi l’eco

Del profondo di te.

Lascia, lascia

Ascolta, ascolta

Zitto, zitto

quel pesce che nuota

ti parla di te

del tuo rimanere

ancor lì sotto il mare

se emergi anche il sole

ti accorgi che c’è.

Maria

Guardando ai tuoi occhi scompare il tuo volto

Ma resta la luce più intensa all’intorno

Di dolce armonia

Di viva presenza

Di te che di Lui

Sei già trasparenza.

Per te onor di dea da sempre rifiuti

E allora rifuggi anche ai nostri saluti

Ci volgi a quel Dio

Al di là di ogni cosa

Di cui tu sei sempre la sede preziosa.

Averti vorremmo ancor più vicina

Ma tu allor ti sciogli come fossi la brina

Che annuncia il sole

Che giunge nel giorno

Nel toglier tristezza e peccato d’intorno.

Aiutaci,o Madre, a farci preghiera

Perché quel tuo Dio che te trovò vera

Rinasca anche in noi

E risorga Signore

Attraverso quel farci più vivi nel cuore.

Ridona,Signora, tuo Figlio alla Chiesa

Perché sia protetta da ogni offesa

E accolga nel ventre

Di lei un amore che

Divenga come in te il suo amato Signore.

Salutaci,o Figlia, col Dio della gioia

Che te salutò come Madre e sua Sposa

Perché noi tuoi figli

Cresciam nella fede

Del Dio che tu dai a chiunque vi crede.

Mistero

Appare e

Scompare

In me stesso

Più lesto che un gioco di bimbi

Mi invita ad entrare nel vivo

D’un mondo che a me è sconosciuto.

Gioire e

Giocare

Non voglio

Se non come ormai io già faccio

Eppure mi insiste da dentro

La voglia del gioco di un altro.

Rifuggo e

Ricerco

II segreto

Che il nero ed il bianco confonde

Ma quando non riesco a capire

La gioia e il tremore mi infonde.

Si dà e

Poi si cela

II mistero

Non so più s’è bianco o s’è nero

Ma resta il sereno del bimbo

Nel gioco che fa, in cui s’è spinto.

Monologo

Parlar con me stesso

M’appare un disastro

Non trovo più niente

All’infuori di me.

Parlar con me stesso

M’appare pazzia

Non trovo ragioni

Al di fuori di me.

Parlar con me stesso

M’appare ormai vano

Non parla nessuno

All’infuori di me.

Ma ormai che ho concluso

Mi sento parlare

Ristò ad ascoltare

All’interno di me.

E parla il me stesso

Non son proprio io

M’accorgo che Dio

Sta al di fuori di me.

Risento che parlo

E capisco che è meglio

Ascoltare quel Lui

Che sta fuori da me.

E mentre m’ascolto

Non vedo più attorno

Non vedo più Dio

È all’interno di me.

Parlar con me stesso

È triste parola

Se in essa s’ignora

La presenza di Lui.

Il me stesso che parla

Mi crea meraviglia

È il segno più grande

Della gioia di Lui.

La nuvola

Lo sguardo ti fissa

E presto attraversa

II tuo morbido velo

Spaziando nel cielo.

Vi scrivo le note

Della mia fantasia

Che libera danza

Ovunque io sia.

Lavagna è quel cielo

E tu mi cancelli

I sogni più belli

Ma troppo azzardati.

Riscrivo ogni cosa

E nessun mai leggerà

E solo tu nuvola

Sai ciò che sereno mi renderà.

Occhio

La mia pupilla

Una barca

Che solca il mondo

Oceano

Immenso dell’avventura.

Papà

Lo sguardo severo

Negli occhi sereno

La via già decisa

Mi sproni da lì.

Mi vedo più grande al serio confronto

E avverto che in fondo son già come te.

Senz’altre parole

L’amore si muove

II silenzio è propizio

A ricever da te.

Mi getti un appiglio senz’altro consiglio

Mi sproni con forza ad esser più me.

Ringrazio il tuo passo

Che sempre mi guida

II silenzio che parla

Ogni volta per me.

Passeggiando

Lo sguardo rivolto ai miei passi

Che portano alle conquiste

Di un mondo inatteso e presente

Che attende il mio incontro prezioso.

Si svela l’immensa regione

Del cosmo che mi viene a incontrare

Lo sguardo, l’ascolto e l’attesa

Fan viva ed eterna sorpresa

Di ciò che da sempre mi spinge

A porre in avanti i miei passi.

Contemplo dal vivo il sapere

Che ora diviene sapore

D’un mondo mai fatto a piacere

Che sempre rivela l’amore.

Io cerco curioso a me intorno

Che cosa rivela il passeggio

Che dandomi or l’occasione

Mi rende in creato il signore

Incorona il mio passo leggero

Nell’essere io un po’ più vero.

Riprendo con me quelle cose

Di loro divento signore

Ritorna il mio cuor ricreato

Da ciò che ha or ora ammirato.

Passione

Vai!...

Quando stanco ritorno

E spossato chiedo un posto a dormire

E vorrei tanto sognare le attese e i miei desideri

Sento che mi chiami:

Vai!

E’ il richiamo di un destino

Che non posso ormai non più ascoltare

Perché nasce dal profondo del cuore

Che non può più altro che dire:

Vai!

E lo so che mi porti a soffrire

Che mi infliggi una spada d’amore

D’avventura ormai è fatto il mio cuore

E non fa che ascoltare:

Vai!

E rischiando io compio pazzie

Che tu chiami dell’amor melodie

E prometti a chiunque ti ami

E intanto ancora tu chiami:

Vai!

Mai!

T’avrei detto seguendo la mente

Ma oramai io mi sento un perdente

Mentre tu mi ripeti il tuo Vai!

Che di gloria è più forte che mai.

Poesia

Osservando

Ti ascolta

Ascoltando

Ti vede

Una dolce presenza

Che ciascuno possiede

Poesia

Poesia,

armonia delle cose

che ora in te si fan voce,

ridona la vita a quel mondo che appare sfiorito.

Poesia,

dolce amante,

che fedele accompagni

la via dell’amore rendendo il mio cuore più

degno di sé,

abbracciami e baciami,rendi questo amare più

vero di me.

Poesia,

sorgente di luce,

che invadi gioiosa le bocche incantate dalle

tue meraviglie,

fammi sentire e gustare le tue prelibate pietanze

che prepari per me.

Poesia,

cerbiatta fuggente,

attendimi nel tuo saltellare,

non lasciare che io resti a dormire,

ma fammi correre e giocare con te.

Poesia,

gioiosa compagnia,

che nella tristezza del cuore riemergi vittoriosa,

non dimenticarti di me.

Preghiera

Che tu mi risolva

Questi miei problemi, o Signore;

ma se ciò non è nei tuoi disegni,

sia fatta la tua volontà.

Che io possa superare

Queste mie prove, o Signore;

ma se ciò non è nei tuoi schemi,

sia fatta la tua volontà.

Che io possa avere

La tua sola sapienza, o Signore;

ma se per te è meglio la stoltezza,

sia fatta la tua volontà.

Che io possa ascoltare

Da te una sola parola, o Signore;

ma se per te è meglio il silenzio,

sia fatta la tua volontà.

Che io possa capire

Il tuo disegno d’amore, o Signore;

ma se per te è meglio il mistero,

sia fatta la tua volontà.

Che io esca

Da questo peccato, o Signore;

ma se per te anch’esso ha senso,

sia fatta la tua volontà.

Sia fatta,

o Signore, la tua volontà.

Ma se per te è meglio che non sia fatta,

così sia.

Progetti

Pensiero,

che ti innalzi volando

da ogni cosa che osservo,

fammi capire

fin dove vuoi arrivare!

Al di là

d’ogni duna

non fai che ritornare

e riprendere poi a salire,

senza che io ti possa prima incontrare.

Dove corri?

Attendimi,

non partire così veloce

lasciandomi solo ad osservare!

Cuore mio,

che ti stendi sospirando

sulle domande e sui silenzi,

fagli capire

che non lo riusciamo a seguire!

Ogni volta

Che pare tornare

Non fa che tradire

Le mani distese

Per poterlo abbracciare.

Dove corre?

Attendici,

non volartene ancora via

lasciandoci soli ad osservare!

Vita mia,

che ti addormenti sussurrando

nel buio della notte

di non stare a vegliare,

come puoi lasciarlo ancora andare?

Fammi capire

Fin dove vuole arrivare!

Quadretto di cucina

Un piatto ricamato

Con sopra della frutta

La gabbia solitaria

D’un giallo canarino.

Colori molto intensi

Ma poco affascinanti

Un quadro sì grazioso

Ma senza dei calori.

La frutta è già di marmo

II piatto è sopraffino

E resta quella gabbia

Del triste canarino.

Reale ma già antico

Appare quel quadretto

Passato e non più vivo

È questo il suo difetto.

Ricordando un amico

Si smorza

II ricordo che appare ormai stanco

Riemerge

II valore di un uomo che è assente

Riprende

Con forza il valor nel presente.

Non sono le cose, neppure le ore

Vissute

Nel bello,nel brutto e nel cuore

Ma solo l’amore che dalla mancanza

Riceve

Sostegno e ancor più di sostanza

Riscopri

Che il triste mancar di un amico

Ti dona

Ti porta

Ti offre

Un invito

Per render la vita oltre tutto una danza

Che lui te la orchestra e ti mostra che avanza

Più avanti ti attende un più ampio concerto

Per che,non si sa,ma qualcosa è di certo

Che il grande tuo amico

T’invita a sperare

In ciò che ancor oggi

Senza lui

Ti può dare.

Ritratto di Gesù

Appare il colore

Si desta il calore

Dipingo nel cuore

II volto di Lui.

Attingo al ritratto

Che Cristo ha proposto

Mi pare un po’ sporco

Sarà umidità.

Ritraggo convinto

Agisco compunto

Ponendomi in fianco

Controllo se va.

Gli dico:stai fermo

Per far venir meglio

Ma vedo il sorriso

E poi niente più.

Rimango seccato

E un poco stizzato

E questo è il ritratto

Del mio Cristo Gesù.

Saluto

Granello di speranza

È quel lieve saluto

Che a chi è conosciuto

Ormai più non appar.

Soltanto per quello

Che è poco stimato

Un salve ben dato

Diventa una stella.

Attende l’amore

E non cerca ricchezze

Colui che lo sguardo

Ripone su te.

Se doni il saluto

Ritrovi la via

Che lieta armonia

Provare ti fa.

Risenti la stima

Che hai di te stesso

Varcando più spesso

Il confine che sei.

Scrivendo

Si posa il pensiero

Su un foglio

Appar come figlio

Lo scritto

Ma sfugge vivace

Da lì

Anche se io l’ho detto così.

Spirito Santo

Tu spiri

Nel sorriso

Di chi bambino si è fatto

Guidato da te.

Tu colmi

Nel niente

Di chi abbandonando

Riceve da te.

Tu insegni

Nella follia

Di chi non osando parole

Fa parlar solo te.

Tu ringrazi

Nella gioia

Di chi con fiducia non chiede

Che te.

Tu ricambi

Nell’amore

Di chi attraverso di sé

Si fa segno di te.

Tu vieni

Nell’andare

Di chi da se stesso s’allontana

Con te.

Tu giochi

Nella festa

Di chi da perduto ritorna

Da te.

Tu disseti

Nell’acqua

Di chi bagnato dal tuo fuoco

Ha sete di te.

Tu sei

Nella vita

Di chi è tutto quanto e soltanto

Di te.

Tristezza

Come velo ricopri...

Mi nascondi i colori della vita

E della via

Con la tua monotonia,

mentre cerco vanamente di svincolarmi da te,

per tornare com’ero.

Ma tu come un velo ricopri i miei colori,

sbiadisci i miei calori,

mi avvolgi nel mistero

e nel triste suo pensiero.

Come velo ricopri

Perché io non mi appropri...

E ogni cosa è ora come il volto della brezza,

senza più nulla che desti bellezza,

mentre sorge la nostalgia

di tutto ciò che ti porti via,

che invano io rincorro, come pazzo cavallo.

E tu nel tuo silenzio

Mi richiami a te,

alla briglia dell’amarezza,

dove mai non c’è certezza.

Come velo ricopri

Perché io non mi appropri

Che di me stesso.

Nel profondo del pozzo

Che m’inviti a scrutare

Io sospetto,signora,la bontà

del tuo cuore.

Mi ritorna la fede,

mi intristisce il mio cuore

incapace a seguire

il tuo segno d’amore.

Mi ricopra il tuo velo,

mi distolga il tuo gelo,

perché il vagliato mio sorriso

sia sempre più il tuo paradiso,

signora velata d’amore.

Vecchietta

Odore di un bianco passato

Silenzio di un tempo sgradito

Cercare una mano sfuggente

Appare ora un fiore appassito.

Lo scialle, sopita è la vita

La sedia, la posa è fissata

Sapore d’amaro si effonde

Mentr’ella sistema lo scialle.

Volto di ragazza

Emozioni

Che colorano l’incantesimo

Del fissare nel profondo dei tuoi occhi

Brulicanti di attese

Ciò che tu

Del tuo cuore

Non potrai mai vedere

Ciò che io

Non potrò mai descriverti

Se non col mio sorriso.